Giovedì 24 maggio le classi terze delle scuole medie Karis hanno incontrato Franco Leoni e Tersilio Rossi, cittadini italiani con una storia molto importante da raccontare.
Franco Leoni è, infatti, un reduce della II Guerra Mondiale: all’età di 6 anni riuscì a salvarsi dall’eccidio di Marzabotto che nel 1944 costò la vita a centinaia di persone, vittime del nazifascismo. La sua storia è stata raccontata anche nel film “L’uomo che verrà” (Italia, 2009).
Tersilio Rossi è anch’esso reduce della II Guerra Mondiale: ha vissuto la drammatica esperienza del campo di prigionia tedesco.
L’incontro con i testimoni diretti di quel drammatico periodo è stato voluto e organizzato dai professori di italiano delle scuole medie Karis con uno scopo educativo e didattico chiaro e diretto: rendere gli alunni
di terza media più consapevoli e partecipi della memoria storica affrontata quest’anno sui libri di testo.
Riportiamo di seguito, infine, alcune considerazioni svolte dagli studenti Karis delle terze medie dopo l’incontro, suscitati dai professori a dare un giudizio personale sull’esperienza fatta:
Di seguito le riflessioni di alcuni ragazzi.
Faccio fatica a credere che l’uomo abbia potuto compiere atrocità simili a quelle che hanno vissuto i reduci. Non si sta parlando di un film, ma di persone reali che hanno vissuto sulla propria pelle quell’atmosfera impregnata di sangue e di dolore. Quando mi sono alzato per andare a stringere la mano a Leoni, ho provato una sensazione nuova: volevo abbracciarlo perché ho visto in lui un bambino, che a sei anni perde tutto, in un solo giorno, ma che, nonostante ciò, ha il coraggio di continuare a vivere. Luca Battazzi
Quando il signor Leoni ci ha raccontato che, in certi momenti, se avesse avuto una caramella sarebbe stato il bambino più felice del mondo, ho pensato davvero a quanto oggi viviamo come se avere una famiglia che ci vuole bene, da mangiare quando abbiamo fame, un’educazione…come se tutto fosse banale, scontato. Tutto il dolore che hanno vissuto queste persone, non si può esprimere a parole; è un’emozione troppo forte, che colpisce il cuore con violenza e di cui non puoi liberarti. Matilde Mescolini
Durante la testimonianza del Signor Rossi ho provato tristezza e ho riflettuto. Pensare di stare rinchiuso in un campo di concentramento, di non aver da mangiare, di stare lontano dalla mia famiglia… Cose raccapriccianti! Mi ha fatto riflettere la determinazione del Signor Rossi, che in Germania è scappato dal campo di concentramento e si è fatto tutta la strada fino all’Italia a piedi, per la nostalgia di casa, della sua famiglia. Non avrei mai pensato che un uomo potesse camminare così tanto per la nostalgia! Cristiano Bruschi
Questo incontro è stato commovente. Il Signor Leoni era piccolo quando gli sono morti la mamma, il fratellino, il babbo… Non so come un bambino di 6 anni abbia sopportato tutto questo e sia arrivato alla sua età ricordandosi perfino l’ora della morte di sua madre. Io ero in prima fila e vedevo i suoi occhi lacrimare, ma la sua voce rimaneva calda, sapeva cosa dire. Miriam Pesaresi
Mi ha colpito che Franco sia riuscito a superare il rancore verso i Tedeschi che gli avevano tolto tutto. Questo incontro mi ha fatto riflettere su come viviamo con superficialità. Franco, per esempio, ha tenuto per tanto tempo dei semi di mandarino in tasca, per poterseli mettere in bocca ogni tanto per sentirne il sapore… noi li butteremmo, senza pensarci. Matteo Albicocco